Le piante officinali sono le piante che derivano dall’ “opificina”, vale a dire dal laboratorio che cambia la loro natura: da erbe le trasforma in preparati pronti per essere utilizzati. Esse sono state descritte, ed altresì identificate, nel Regio Decreto n.772 del 26 maggio 1933: qui si legge che “sono considerate piante officinali le piante medicinali, aromatiche e dal profumo comprese nell’elenco unito al presente decreto”. Senza entrare nel dettaglio dell’elenco, dal testo si evince che il gruppo delle piante officinali contiene al suo interno un sottogruppo, che è quello delle piante aromatiche. Le due tipologie si differenziano principalmente per il sapore e l’odore, sono infatti ritenute aromatiche quelle piante officinali che hanno al loro interno delle sostanze biochimiche che hanno un particolare odore e sapore. E sono proprio le sostanze che contengono, vale a dire i principi attivi, che fanno apprezzare queste piante e le rendono importanti.
Queste specie vegetali da sempre vengono coltivate ed impiegate per motivi medicinali, erboristici, alimentari, aromatizzanti e, recentemente, anche per scopi cosmetici. Già nell’antico Egitto si era soliti impiegare queste piante, in particolare la mirra, l’edera e la maggiorana, per curarsi ed Ippocrate, il medico dell’antica Grecia considerato oggi il padre della medicina, descrisse le proprietà di 400 piante officinali che se usate per preparare decotti, sciroppi, oli, lozioni e creme riuscivano a curare o alleviare i dolori causati da sintomi e malattie di vario tipo. In seguito anche i romani ne fecero uso e nel ‘700 lo studio di queste piante cominciò ad assumere un carattere scientifico e si cominciò a sviluppare anche una vera e propria coltivazione delle piante officinali. Ma i progressi più importanti vennero fatti due secoli più tardi, nel ‘900, quando si scoprirono i diversi principi attivi contenuti all’interno delle varie piante e si decise di isolarli ed estrarli per creare pillole, pastigli, bustine di polveri medicinali eccetera. Tuttavia, queste preparazioni pronte all’uso non hanno mai incontrato il favore delle persone, le quali hanno sempre preferito e raccogliere le piante officinali. Ancora oggi si preferisce infatti andare nei prati e nei boschi in aperta campagna, ma anche montagna, in quanto sono zone non contaminate dall’inquinamento e dallo smog, per raccogliere le piante officinali, oppure acquistarle in erboristeria.
Le piante officinali sono largamente utilizzate in fitoterapia, per questo molto spesso vengono chiamate anche piante medicinali. In realtà, come abbiamo detto per le aromatiche, vi sarebbe da fare una distinzione in quanto va considerata pianta medicinale quel tipo di vegetale che in uno o più dei suoi organi contiene delle sostanze che possono essere utilizzate a scopi terapeutici o preventivi.
In ogni caso, gli impieghi d’uso di queste piante sono tanti e si rintracciano anche in cucina. Le piante alimentari per esempio si possono usare nella preparazione dei cibi, come il coriandolo, lo zenzero e la salvia. Sì, queste tre erbe che da sempre usiamo in cucina sono in realtà delle piante officinali ed il loro utilizzo è benefico per la salute dell’uomo, vediamo come e perché.
Coriandolo: i frutti maturi del prezzemolo cinese, altro nome con il quale è conosciuto il coriandolo, sono ricchi di olio essenziale a base di flavonoidi, steroli, alcoli, aldeidi, linalolo e terpeni, tutti componenti dal grande potere antispasmodico. Sono utili per controllare la muscolatura liscia dell’intestino e i suoi movimenti involontari, oltre che per favorire la digestione equilibrando le funzioni sia dell’apparato digerente che di quello intestinale. Ecco che il coriandolo è un ottimo rimedio naturale contro il gonfiore e gli spasmi intestinali.
Zenzero: originario dell’estremo Oriente, lo zenzero è una spezia dal sapore pungente e dalla grande versatilità, soprattutto in cucina. Infatti, può essere usato fresco oppure essiccato in polvere e, allo stesso modo, può essere mangiato cotto oppure crudo. Ed ancora, può insaporire piatti salati, ma anche dolci. Le proprietà riconosciute allo zenzero sono calmanti, antiossidanti, antinfiammatorie, quindi è utile per favorire la digestione, per alleviare il senso di nausea, ma anche per curarsi in caso di influenza e raffreddore. Infatti, con questa spezia vengono preparate tante tisane che alleviano i sintomi influenzali.
Salvia: anche la salvia è una pianta largamente impiegata in cucina e forse non si sa che ha grandi proprietà antisettiche, antinfiammatorie e diuretiche. Come il coriandolo, la salvia contiene dei principi e un olio essenziale che svolgono un’azione antispasmodica che combatte gli spasmi dell’apparato digerente, i dolori mestruali, e che stabilizza l’intestino irritabile. Come lo zenzero invece, la salvia può essere usata anche per fare dei preparati come infusi o tisane per sciogliere i catarri. Grazie alle proprietà balsamiche della salvia è quindi possibile usarla per curarsi dalla febbre, tosse, mal di gola e raffreddore.