Ogni pianta merita cura ed attenzioni, anche quelle grasse. Può sembrare un’ovvietà per qualcuno, ma non per tutti; molto spesso capita infatti di considerare erroneamente l’aspetto rustico delle piante grasse come un mancato bisogno di cure, ma non vi è niente di più sbagliato! Ecco che con quest’articolo intendiamo entrare nel dettaglio del rinvaso, operazione che si rende necessaria per le piante grasse una volta ogni due anni circa. Travasare questo tipo di piante è molto importante in quanto ciò consente loro di crescere meglio e di sviluppare adeguatamente l’apparato radicale, che dovrebbe essere proporzionato alla parte aerea.
Qual è il periodo migliore per rinvasare le piante grasse
Il primo aspetto da considerare è quello temporale perché sì il consiglio è quello di travasare le piante grasse una volta a biennio, ma è importante rispettare il ciclo di vita delle piante stesse. Generalmente si suggerisce quindi di osservare le piante per avere una risposta certa, verificando cioè se vi sono o meno delle radici o sul fondo o anche sopra al terriccio. A tal proposito specifichiamo che quando le radici spuntano dai fori di drenaggio dei vasi nei quali si trovano, vuol dire che non hanno più spazio sufficiente per crescere e che stanno soffrendo, hanno bisogno quindi di uno spazio maggiore.
Tuttavia, per tutte le specie di piante grasse il periodo migliore per cambiare casa, cioè per essere travasate in un altro vaso o anche in un terreno, è l’inverno o l’inizio della primavera, periodo in cui vivono il loro stato di riposo e le nuove radici non sono ancora state sviluppate. In altre parole, in situazioni che possiamo definire “normali” il rinvaso è consigliato un paio di mesi circa prima della fioritura delle piante grasse.
Come travasare le piante grasse: consigli utili
Stabilita l’importanza di scegliere il periodo giusto per effettuare il rinvaso, consideriamo ora tutti gli altri aspetti che fanno la differenza e che consentono cioè di effettuare l’operazione senza commettere errori. Stiamo parlando dei passaggi per eseguire il rinvaso, nonché delle accortezze da avere riguardo al terriccio ed alla tipologia di vasi.
Terriccio: seppur ogni specie di pianta grassa avrebbe bisogno di un terriccio specifico, un buon compromesso è rappresentato da un terreno composto da tre strati, vale a dire da terra, sabbia e pozzolana. La sabbia sarebbe preferibile quella di fiume in quanto contenente meno residui di sodio tossici rispetto a quella di mare. Insieme all’altro materiale inerte, la percentuale di sabbia dovrebbe essere in misura pari a circa il 55-60% del totale. Al terriccio vero e proprio andrebbe invece lasciata la percentuale restante.
Lo facciamo presente, anche se dovrebbe essere intuibile, che mai si dovrebbe utilizzare lo stesso terriccio di partenza per effettuare il rinvaso, ma sempre e comunque un terriccio diverso.
Vaso: come già accennato, è importante scegliere un vaso dalle dimensioni adeguate, che consenta cioè alle piante ed alle loro radici di svilupparsi senza problemi. A seconda della specie delle piante si consigliano tipologie di vasi diversi, infatti alcune si caratterizzano per avere un apparato radicale fibroso, che è fine, fitto e va in tutte le direzioni, ed altre invece hanno un apparato radicale fascicolare, che si sviluppa cioè in senso verticale. Ecco che nel primo caso sono particolarmente indicati i vasi comuni, mentre nel secondo caso sarebbe opportuno scegliere vasi alti e profondi. Per quanto riguarda i materiali si rimanda alla nostra guida alla scelta dei vasi per i fiori, in quanto non vi sono attenzioni specifiche da avere per i vasi per le piante grasse; gli aspetti importanti da rispettare riguardano solo la forma e le dimensioni.
Come si fa il rinvaso: infine vediamo quali so19no i passaggi da effettuare per procedere correttamente con il rinvaso, senza pungersi e senza sporcare troppo. Sì perché il travaso è un’operazione che tende a sporcare, quindi se si fa in un ambiente chiuso oppure anche solo un balcone è opportuno preparare il pavimento, coprirlo cioè con del nylon o più semplicemente con un lenzuolo o dei vecchi giornali. Dopodiché, si consiglia di indossare dei guanti per evitare di sporcarsi, ma soprattutto di farsi male alle mani e preparare i vasi nuovi con il terriccio come suggerito poco sopra. Quindi ricoprire con dei fogli di giornale le piante e procedere alla loro rimozione; se il terriccio è ben compatto e fa resistenza, cioè non esce facilmente, l’alternativa è rappresentata dalla rottura dei vasi. Se sono in terracotta c’è bisogno di un martello per romperli, se sono in plastica invece basta un paio di forbici.
Prima di collocare le piante nei vasi nuovi, si consiglia di togliere ogni residuo di terriccio dalle piante, oltre che le radici secche e quelle particolarmente lunghe usando una piccola lama pulita e disinfettata. Fatto questo, le piante sono pronte per essere travasate nei nuovi vasi. Il terriccio a questo punto non deve essere pressato e dopo qualche giorno si noterà che si sarà abbassato un poco di livello, quindi aggiungerne di nuovo ed aspettare circa una settimana prima di procedere con la prima annaffiatura.